Noi non siamo proprio la tipica famiglia della Svizzera tedesca, e non solo perché viviamo a Zurigo da appena un paio d’anni ed ancora fatichiamo non poco con la lingua locale, ma anche perché le famigliole con figlio unico al seguito sembrano rare come mosche bianche. La media qui è di due o tre figli, a volte anche di più. Siamo ben lontani dalle abitudini italiane dell’1,….a cui gli ultimi decenni di storia ci hanno abituati.

Tanto boom demografico appare da un certo punto di vista un controsenso se si considera l’elevato costo della vita caratteristico del Paese: anche solo per la spesa alimentare e di generi di prima necessità (abiti, scarpe, asili nido, baby sitter) il mantenimento di una famiglia numerosa sembrerebbe una impresa da “mission impossible”. In realtà esistono diverse agevolazioni normative e fiscali che attenuano significativamente questa situazione.

Le tasse sono inversamente proporzionali al numero di figli: quindi più bambini si hanno meno si paga, esistono poi veri e propri contributi mensili in busta paga per ogni figlio e coniuge a carico. Tutti i mezzi pubblici, nonché numerosi gli ingressi a musei, parchi divertimento ecc. sono completamente gratuiti fino ai sei anni compiuti. La scuola pubblica svizzera (che parte dal 5° anno di età e non dal 3° come in Italia) è totalmente priva di costi, sia diretti che indiretti: nessuna tassa scolastica, ma anche libri e materiale didattico (quaderni, matite e tutto ciò che serve per le attività quotidiane) gratuiti al 100%. Le attività extra scolastiche organizzate dalle strutture sportive e culturali della città di Zurigo per gli studenti sono offerte a prezzi letteralmente politici (poco meno di 150 Euro per un semestre).

Il rovescio della medaglia è che, in caso di madre lavoratrice, i costi per gli asili nido (tutti privati) o per la baby sitter nei primi quattro anni di vita dei bambini sono elevatissimi, pur se fino a una certa fascia di reddito familiare sono previsti dei contribuiti pubblici.
C’è da dire, infatti, che secondo i dati ufficiali della Confederazione Svizzera, le percentuali di  lavoro femminile, soprattutto full time, sono assolutamente insoddisfacenti.
Sono poche le madri di figli in età pre-scolare che svolgono attività lavorativa retribuita e ancora meno quelle che hanno un lavoro a tempo pieno.

In compenso è estremamente diffuso il lavoro part-time, anche con la formula di attività prestata per due o tre giorni la settimana, e sembra che, volendo, il rientro nel mondo del lavoro post-maternità (anche con lunghi anni di inattività alle spalle) non sia affatto l’impresa impossibile che risulta essere nel Bel Paese.
Luci e ombre, come sempre, come ovunque.

P.S. da notare bene: qui i nonni sono "Non Pervenuti". E' rarissimo vederli accudire i nipotini!

(Immagine tratta dal sito myswitzerland.com)

 

Ritratto di Carlotta G

Posted by Carlotta G

Da sempre curiosa di altre culture e abitudini, mamma espatriata con famiglia a Zurigo dal (quasi) lontano 2013. Blogger a tempo perso, studentessa suo malgrado di lingua teutonica e insegnante di Yoga, dove finalmente è solo se stessa e prova ogni tanto a indicare anche agli altri la possibilità di essere solo se stessi.
Da secoli si ripromette di scrivere un libro, forse, prima o poi. Non sullo yoga, ma sulla capacità di "vivere altrove". Intanto scrivo della mia vita a nord delle Alpi anche sul mio blog personale La vita a modo mio