In gravidanza è molto importante partecipare ad un corso di preparazione al parto purché il corso prepari effettivamente la futura mamma al travaglio, al parto e, soprattutto, al post parto.

Purtroppo ancor oggi molte donne non partecipano a questi corsi, anche su consiglio del ginecologo.
Più che sulla preparazione al parto l’attenzione delle future mamme è maggiormente centrata sul trovare il ginecologo privato che però eserciti anche all’interno della struttura pubblica nella quale intendono partorire.
Il ginecologo privato viene visto come garanzia di essere seguite nel migliore dei modi, con scrupolo ed attenzione.
Il lavoro del ginecologo è una parte della preparazione al parto che si completa attraverso un corso ben strutturato; si tratta quindi di due interventi diversi e complementari.

Comunemente si usa il termine corso di preparazione al parto ma in realtà, a mio avviso, sarebbe più appropriato parlare di Percorso di accompagnamento alla nascita e di sostegno alla genitorialità. Il parto rappresenta un evento naturale, tutti i mammiferi partoriscono da migliaia di anni perché la natura, che non fa mai niente a caso, li ha predisposti e dotati di abilità, capacità e strumenti per propagare la specie.

Io non credo sia importante insegnare alla donna come partorire, lo sa già fare per natura, quanto piuttosto accompagnarla in un percorso che alimenti la fiducia in se stessa e nelle proprie capacità. Percorso che dovrebbe veder coinvolto anche il papà il quale, benché non partorendo direttamente, interviene nel processo educativo del figlio e può rappresentare un utile sostegno alla mamma sia durante il parto che nel dopo parto.

Quali devono essere dunque le finalità di un corso di preparazione al parto o di accompagnamento alla nascita?

1) Anzitutto informare e portare a conoscenza i futuri genitori di quello che succederà durante il travaglio ed il parto. Di cosa potrà sentire e provare la mamma. Delle risorse interne ed esterne che possono essere utilizzate durante questi momenti. La corretta e precisa informazione consente alla mamma di esercitare un giusto grado di controllo cognitivo su quanto accade così da essere pienamente partecipe e padrona del suo travaglio e del suo parto.

2) Informare in modo approfondito la mamma di tutti gli aspetti che riguardano il post parto, dalla gestione del bambino all’allattamento al seno. Una buona formazione sull’allattamento al seno consente a tutte le mamme, una volta dimesse dall’ospedale, di essere autonome, in grado di risolvere se non di anticipare problemi e difficoltà così da allattare esclusivamente al seno con successo e gioia. Fintanto che la mamma è all’interno della struttura ospedaliera si trova in un contesto protetto e rassicurante, le difficoltà insorgono poi, con il ritorno a casa, quando la preoccupazione della mamma diventa la sua capacità di accudire e crescere un figlio sano. Per un buon sostegno ed una adeguata formazione delle mamme sull’allattamento al seno è necessario che questa venga svolta da personale appositamente preparato. In questi ultimi anni si organizzano diversi corsi per formare gli operatori sulle direttive stabilite dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e dall’UNICEFF.

3) Aiutare le future mamme ad entrare in contatto con il proprio corpo e le proprie sensazioni. Attraverso l’allenamento con tecniche di rilassamento o di autoipnosi, di massaggio, di movimento e di respirazione si possono insegnare alle mamme un insieme di tecniche indispensabili per la gestione autonoma del travaglio e del parto. Queste tecniche si rivelano strumenti efficaci solo se vengono correttamente apprese attraverso l’allenamento. Quanti di voi penserebbero di correre con buoni risultati e facendo un buon piazzamento la maratona di New York senza prima essersi allenati in modo adeguato?

4) Aiutare le mamme a prendere consapevolezza delle proprie ansie e paure cercando di capirle ed elaborarle evitando che emergano in modo incontrollato sia durante il travaglio/parto (diventando motivo di tensione che si oppone al lavoro del travaglio che deve essere mirato alla distensione con il rischio di dover poi fare un parto cesareo) che nel posto parto.

5) La possibilità durante il corso di affrontare argomenti non solo dedicati al travaglio/parto ma anche al post parto. Essere correttamente informate su quanto avviene con il ritorno a casa, disporre di strumenti e tecniche per affrontare tutte le nuove situazioni che si verificano è l’unico modo per poter prevenire la depressione post parto.
Attualmente circa il 20% delle mamme incorre in una depressione post parto che può verificarsi nei primi mesi dopo il parto ma anche dopo qualche anno. Causa della depressione post parto è un sentimento di inadeguatezza rispetto al proprio ruolo di mamme ed alla capacità di svolgere tale ruolo nel migliore dei modi. Sono convinta che prevenire sia meglio che curare e che l’unico modo per fare prevenzione sia quello di sostenere adeguatamente le mamme ed i papà sviluppando in loro la consapevolezza di essere dei buoni e capaci genitori.

Nel suo libro “Ero una brava mamma prima di avere figli” Paola Maraone scrive una verità sacrosanta “Dovrebbe essere una delle prime cose che insegnano ai corsi pre-parto e, invece, per qualche oscura ragione, la notizia è tutelata dal segreto d’ufficio: esiste un “periodo sensibile”, subito dopo il parto, che favorisce l’intesa tra mamma e bambino… sapere che c’è, e a usarla come si deve, si può ben sperare di costruire un legame immediato con il pupo, cosa che nei giorni immediatamente successivi al rientro a casa potrebbe essere d’aiuto.”
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