Oggi andiamo tutti al parco giochi? 
Il gioco all’aria aperta ha un  ruolo fondamentale per una sana crescita dei nostri figli.

Nella nostra vita quotidiana fatta di impegni e di orari da rispettare i bambini trascorrono moltissimo tempo in luoghi chiusi  presi dalle mille attività extrascolastiche; questo vale maggiormente in inverno, ma anche con l’arrivo della bella stagione.
Sarebbe invece opportuno che i piccoli godessero di almeno un’ora al giorno di attività fisica e gioco all’aperto; un concetto più volte ribadito anche dal Ministero della Salute.

I vantaggi del giocare all’aria aperta sullo sviluppo dei nostri figli sono innumerevoli e non riguardano solo la loro salute.

Spesso però  noi genitori, per errata convinzione e talvolta anche per pigrizia, siamo portati a tenere i figli in casa, pensando che possiedono comunque tanti giochi con cui divertirsi; quasi sempre preferiamo infatti impegnarli in più adeguate attività extrascolastiche.

Molte volte poi siamo anche  frenati dalle condizioni meteorologiche e finiamo così per  portare i nostri figli ai giardini molto raramente.

In realtà per il bambino il gioco all’aperto corrisponde ad un vero e proprio bisogno fisiologico ed anche psicologico
E ciò si manifesta chiaramente; basterà osservare i comportamenti che spesso assume il piccolo al rientro dalla scuola; infatti, appena messo piede in casa scattano pianti e proteste: i nostri figli diventano improvvisamente irrequieti e intrattabili

Forse questi non sono semplici capricci e nostro figlio  sta cercando di dirci che, dopo aver trascorso tante ore seduto, ha la necessità di muoversi di sgranchirsi, le gambe, anche per scrollarsi di dosso lo stress accumulato durante il mattino.

I giardini sono il luogo migliore per dar sfogo a tutte le energie represse dei nostri figli,  perché sono l’esatta antitesi della scuola; se infatti in questo luogo bisogna ubbidire alle maestre e a delle precise regole di buon comportamento, al parco il bambino si abbandona  all’improvvisazione spontanea; sogna, crea, inventa, senza limiti, corre, salta, esplora, l’ambiente circostante.

Per favorire al meglio l’espressione creativa di nostro figlio e lo sviluppo ottimale della sua intelligenza cognitiva noi adulti dovremmo essere semplici spettatori vigili, che non intervengono mai  nei suoi giochi e nel suo spazio d’azione.

Lasciamo ai piccoli il potere di agire da protagonisti; non strutturiamo i loro giochi vedremo così cosa sanno creare da soli; assisteremo ai miracoli prodotti dalla loro fantasia e resteremo stupiti nell’osservare come svilupperanno  appieno i cinque sensi, nell’avvicinarsi alla natura.

Inoltre permettiamo loro di relazionarsi liberamente con gli altri bambini,sarà così il parco teatro per eccellenza delle grandi amicizie spontanee e improvvisate; infatti dai due tre anni dal gioco parallelo, in cui ogni bimbo gioca per lo più da solo, accanto all’altro, si passerà a quello cooperativo,in cui tutti insieme i piccoli si divertono.

Così si imparerà presto a condividere, a gestire i conflitti, ad accettare compromessi, affinché  il gioco possa durare il più a lungo possibile ….e  il parco diventerà una vera e propria scuola di vita, importante quanto la scuola vera e propria.

Altro aspetto favorevole del gioco all’aperto che noi genitori non dovremmo mai dimenticare è che poche ore di parco a settimana scacceranno via lo spettro pericoloso per la salute della vita sedentaria, delle ore passate davanti a tv, pc, videogiochi e allontaneranno i danni della cattiva alimentazione.

Ultimo vantaggio, ma non per questo meno importante, sarà che i nostri figli torneranno a casa stanchi, ma davvero felici, perché avremo soddisfatto i loro bisogni.

E adesso, che arriva la Primavera, anche il tempo ci dirà:

“Venite al parco a giocare oggi ?”  Come potremmo rispondere di no?

 

Ilaria Sacchetti

 

 

Ritratto di Ilaria Sacchetti

Posted by Ilaria Sacchetti

Sono Ilaria, una mamma come tante; credo molto in quello, che possono fare i genitori per i propri figli e in generale in chi accudisce tutti i giorni i bimbi con amore e dedizione.
Nel mio piccolo, come mamma alle prime armi, cerco, tra esperimenti  a volte riusciti, letture di psicologia infantile e consigli chiesti ad esperti, di risolvere i piccoli e grandi problemi giornalieri. 
Tra le fasi più dure per me, come madre, c’è stata quella del famigerato “spannolinamento”; quando sono uscita dal tunnel, mi sono ritrovata  piena di appunti, presi dai libri e consigli utili, ricevuti dagli esperti nei momenti di panico e allora ho pensato:  “Perché non aiutare anche altre mamme o papà che non sanno che pesci prendere?”