Si è parlato tanto della bimba di 1 anno e mezzo dimenticata dalla madre toscana in auto, ai primi di giugno

In tanti, troppi, hanno puntato il dito contro quella madre, come non bastassero le condanne a vita di sensi di colpa e rimpianti. 

Io sono psicologa ma, come mamma, non mi sento più al sicuro di quella mamma; per quanto sembri assurdo dimenticare i propri figli in auto credo che questo sia possibile.

"Amnesia dissociativa" è il termine tecnico ma basta un esempio più banale perché tutti possiamo capire quanto spesso la coscienza sia presente solo ad un certo livello.

Vi è mai capitato di fare e rifare uno stesso percorso in auto (ad esempio se lavorate lontano da casa) e non fare caso ad un tratto di quel percorso, ritrovandovi già oltre con la sensazione di esservi "risvegliati" per quanto non abbiate affatto dormito?

La nostra mente cerca spazi di evasione molto più frequentemente di quanto noi stessi crediamo, si tratta di meccanismi che non possiamo controllare del tutto.

Tanti però possono essere gli stratagemmi per arginare i rischi. 

Uno lo hanno trovato alcuni servizi educativi per la prima infanzia, nidi in prima linea, che chiamano i genitori in caso di assenza dei bimbi qualora i genitori non li abbiano avvisati. 

Anche un parente può chiamare il genitore per sapere com'è andata la consegna, per tenerne viva la memoria. 

Un altro metodo è basato sulla tecnologia dei sistemi applicabili ai seggiolini auto, che sarebbe buona cosa rendere obbligatori. 

Un'altra modalità è banale ma forse efficace: lasciare sui sedili posteriori la borsa o il telefono, senza i quali facciamo fatica a scendere dall'auto. 

E io aggiungo: perché non affidarci alla musica "salvavita"? 

a) Possiamo impostare l'allarme sveglia del nostro cellulare, magari con una melodia amata dai nostri bimbi, dopo il tempo necessario per il tragitto in auto

oppure

b) Possiamo cantare con i nostri bimbi durante il percorso, o chiacchierare con loro anche quando ancora non parlano...

In fondo è dimostrato che fa bene, migliora la loro capacità comunicativa. 

Si può obiettare che fa comodo quando i bimbi dormono in auto perché non ci disturbano e vivono serenamente i viaggi,  allora torniamo all'opzione a) tanto all'arrivo in un modo o in un altro li dobbiamo svegliare...

Al di là della strategia scelta, alla base di tutto sta il riconoscere di non essere onnipotenti, di non potere controllare tutto, di potere e dovere sì contare sulle nostre forze ma anche potere e dovere affidarsi ad altro o altri perché la cura dei nostri bimbi sia efficace nonostante la corsa frenetica delle nostre giornate, nonostante l'insonnia delle notti, nonostante pensiamo di potercela fare da soli. 

 

 

Ritratto di Maria L Bellopede

Posted by Maria L Bellopede

Sposata, mamma di Giorgio e di Nicola, vivo in Romagna, dividendomi tra campagna e città. Un po’ “secchiona”, mi laureo con lode in Psicologia Clinica e mi diplomo a pieni voti in Pianoforte, studiando per anni canto lirico-moderno especializzandomi poi in Musicoterapia. Blogger da un po’, amo scrivere da sempre, soprattutto fiabe e filastrocche. Qui puoi vedere il mio sito e qui interagire con me nella mia pagina Facebook "Il cerchio delle mamme".