Comunicato del 22 dicembre 2013: mancano 3 giorni a Natale e in Congo accade quanto segue...
<<Mi chiamo Oudry. Ho 5 anni. Sono nato in Africa. La mia mamma, il mio papà e la mia sorellona sono Italiani. Un paese bellissimo dove c’è una cosa bianca fredda che si chiama neve! Scende dal cielo e si scioglie sulla lingua…

La mia mamma mi ha detto che mi hanno cercato in tutto il mondo per tanto tempo prima di riuscire a trovarmi.

Anch’io li ho aspettati tanto, ma poi un giorno caldissimo senza nuvole sono arrivati uscendo pian piano dalla polvere rossa.

La mamma era vestita di bianco ed aveva degli occhialoni grandi grandi che la facevano sembrare una libellula. Quando li ha tolti ho visto il suo sguardo affogarsi pian piano nelle lacrime, ma la bocca si è aperta in un sorriso grande come il sole. Papà mi ha alzato fino al cielo e mi ha fatto girare come un mulinello di vento.

Poi ci siamo abbracciati tutti e tre e io avevo paura di respirare per non rompere tutte quelle meravigliose sensazioni.

Siamo stati insieme un pochino e poi loro sono ripartiti.

Ero così triste e arrabbiato che non ho voluto giocare con la mia amica Arielle per una settimana. Loro mi telefonavano spesso, dicendomi che sarebbero tornati presto, ma il tempo non passava mai.

Ma queste sono storie vecchie e tristi.

Tra poco sarà Natale e andremo tutti a casa dalla sorellona. Per sempre.

Sapete che in Italia c’è un signore che porta i regali ai bambini buoni? Si chiama Babbo Natale. Non è proprio un papà, ma un signore magico con una barba bianca che viene la notte di Natale con un carretto che si chiama slitta che scivola sulla neve.

Qui in Africa non viene perché siamo lontanissimi. E poi non c'è la neve.

Ma forse anche perché siamo troppo cattivi.

Io sono un bambino cattivo.

Anche papà e mamma l’hanno capito.

Prima mamma mi abbracciava sempre ridendo, cantava canzoni in una lingua profumata di fiori e mi faceva il solletico sul pancino.

Negli ultimi giorni mi abbraccia e piange. Anche papà piange, ma siccome è un uomo grande va a nascondersi nel boschetto di frangipane dietro al villaggio. Lo vedo che tira calci ai sassi.

Deve essere per colpa mia.

Continuo a pensare e ripensare per capire che cosa ho fatto per farli diventare così tristi.

Arielle ha sentito bisbigliare i suoi genitori di notte. Una cosa terribile che non può essere vera. Dice che se ne andranno e ci lasceranno qui. Per sempre. Che non ci vogliono più perché siamo stati troppo cattivi.

Io saltello come uno stupido davanti a mamma per farla ridere.

E cerco di guardare dietro i suoi occhiali da libellula per capire cosa pensa.

Perché la domanda che mi brucia sulla lingua non ho il coraggio di farla.

“Mamma, non mi abbandonerai, vero?”>>

(Susanna Albertini)

Amore è... diventare figli adottivi, figli di cuore, figli dell'amore

Lo scorso settembre la Repubblica Democratica del Congo ha deciso di sospendere le adozioni internazionali per 12 mesi. Come italiani, sempre ligi in termini di adozioni, prendiamo atto e rispettiamo il provvedimento.
Ma non possiamo fare a meno di ricordare che 24 coppie, il 13 novembre, sono partite autorizzate dalla Commissione Adozioni Internazionali e dagli Enti Autorizzati che fanno capo alla stessa Cai e sono al momento bloccate in Congo, impossibilitate a rientrare in Italia assieme a quelli che a tutti gli effetti sono già i loro figli.

Ribadito ancora una volta che le famiglie coinvolte non hanno alcun tipo di responsabilità, ma sono tristemente vittime di un “fraintendimento” inaccettabile che al momento non si è in grado di imputare con certezza a un soggetto piuttosto che a un altro, chiediamo che queste mamme e questi papà, assieme ai loro figli, possano tornare insieme in Italia, al più presto.

E con noi Mammeonline (40.000 iscritte ai forum) ve lo chiedono gli oltre 10.700 firmatari dell'appello lanciato da Mammeonline.net 

 

Illustrazioni di Tiziana Rinaldi, tratte dal libro "Ancora una, le fiabe del filo invisibile" - Casa editrice Mammeonline

 

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