Quando andavamo alla Scuola Materna ci venivano presentati dei fogli in cui la maestra iniziava un segno tipo onde o molle e noi dovevamo completarle, almeno questo è quello che ricordo io, ma penso che come me tanti abbiano iniziato così a sentir parlare della scrittura che avremmo poi affrontato in prima elementare.

Quei pochi fogli bastavano a prepararci in maniera sufficiente a quello che avremmo fatto nei mesi successivi e che,una volta sui banchi, avremmo ripreso.

Le esperienze con i coetanei nel cortile di casa facevano il resto.

In realtà l'atto di scrivere è un'azione ben complessa che prevede il raggiungimento di una sufficiente maturazione di alcune funzioni che oggi non sempre nel momento dell'ingresso alla Scuola Primaria risultano adeguate. Uno dei prerequisiti fondamentali è la lateralizzazione,cioè la presa di coscienza da parte del bambino che uno dei due lati del suo corpo funziona meglio dell'altro; abbiamo poi un sufficiente livello di coordinazione oculo-manuale che spesso incontra delle difficoltà quando l'occhio dominante non è 'in accordo' con la mano dominante (es. mano destra occhio sinistro o viceversa). Ci sono poi altri aspetti che risultano molto importanti: il tono muscolare della mano, la presa, l'indipendenza braccio tronco e braccio mano, questo per quanto riguarda il lavoro che sottende l'atto meramente motorio della scrittura, ma anche la dissociazione motoria fine delle dita.

Il tono muscolare della mano deve essere adeguato, il bambino cioè deve fare una giusta pressione sul foglio, per non affaticare la mano e per avere una buona resa .

L'approccio dello Psicomotricista Funzionale è di non forzare mai un bambino anche se la sua presa risulta poco efficace,quello che fa è arricchire la sua esperienza con altre proposte motorie che lo portino in modo naturale a scegliere una presa più funzionale per lui.

L'indipendenza braccio-tronco è importante per evitare di sovraccaricare con posizioni scorrette la spina dorsale, e permettere una scrittura fluida che non coinvolga distretti corporei non interessati dall'azione (per esempio per colorare non è necessario muovere tutta la mano e a volte addirittura il braccio).

Il controllo dei grafismi prodotti è un altro aspetto che attiene al tono muscolare, ma anche al fascio inibitore,presente nel nostro cervello che deve 'bloccare' l'azione della mano in tempo per non arrivare alla fine del margine entro il quale il tratto deve rimanere,ed anche questo attraverso precise esperienze psicomotorie può essere allenato e reso adeguato. Il fascio inibitore può essere allenato sia in maniera globale con attività che coinvolgono tutto il corpo,con esperienze di equilibrio,per esempio, e anche in maniera segmentaria con attività che richiedono una certa precisione e forza.

In vista poi di un ingresso alla Scuola Primaria è importante anche la strutturazione dello schema corporeo, cioè come e quanto il bambino riesce a percepire di sé e a rappresentarlo. Il disegno della figura umana dovrebbe prevedere la presenza di tutte le principali parti del corpo, poste in una giusta relazione spaziale tra di loro arricchita da parti non principali come le orecchie e i capelli, tanto più riesce ad arricchire il proprio disegno migliore sarà la percezione di sé, delle forme geometriche (basilari nel processo di scrittura e di riconoscimento delle lettere) e della loro relazione nello spazio.

Un discorso a parte merita la percezione del ritmo, la Psicomotricità Funzionale utilizza un metodo chiamato Bon Jeste che permette al bambino di associare il ritmo alla riproduzione di specifici segni grafici,studiati appositamente per far percepire la ritmicità del segno in relazione alla musica, e devo dire che è un prezioso strumento di apprendimento che diverte molto.

Uno dei principi base che la Psicomotricità non dimentica mai è quello per il quale ogni cosa che il bambino apprende passa da tre fasi fondamentali: il vissuto,il percepito ed il rappresentato. Il bambino viene guidato attraverso queste tre fasi dapprima a vivere le esperienze con il corpo stimolando il piacere della scoperta , successivamente a percepirle,cioè trasformare ciò che sente prendendone coscienza, successivamente sarà lui a rappresentare ciò che ha acquisito attraverso il percorso.

In generale se ci si accorge che alcune di queste funzioni che ho elencato non sono adeguate non si deve aspettare che sia l'insegnante della Scuola Primaria a segnalare il problema,la fase finale della Scuola dell'Infanzia è il momento ideale per intervenire attraverso la Psicomotricità, per migliorare un'azione così importante come lo scrivere che ci accompagnerà per tutta la vita e che quindi merita la giusta importanza!

 

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Ritratto di Silvia Campanella

Posted by Silvia Campanella