<<Quanti casi di infertilità potrebbero essere risolti ottimizzando le capacità riproduttive, senza ricorrere alla fecondazione assistita? Probabilmente tantissimi. Quanti sono i casi di coppie che hanno eseguito più di un tentativo di IVF/ICSI e poi hanno concepito spontaneamente: tanti e soprattutto tra quelle coppie in cui l’iter diagnostico non era stato eseguito in maniera completa. E’ importante sottolineare ancora una volta che l’iter diagnostico va eseguito in maniera completa e non rimandando uno degli esami principali.>>  (Dr. Franco Lisi Ginecologo Ginecologo fertilità e sterilità Roma. Specialista in Ostetrica e Ginecologia. Dal 1987 si occupa di Medicina della Riproduzione e di Tecniche di Fecondazione Assistita.)

Quanti casi di infertilità potrebbero essere risolti ottimizzando le capacità riproduttive, senza ricorrere alla fecondazione assistita? Probabilmente tantissimi. Quanti sono i casi di coppie che hanno eseguito più di un tentativo di IVF/ICSI e poi hanno concepito spontaneamente: tanti e soprattutto tra quelle coppie in cui l’iter diagnostico non era stato eseguito in maniera completa. E’ importante sottolineare ancora una volta che l’iter diagnostico va eseguito in maniera completa e non rimandando uno degli esami principali. 

Cosa si intende con PNA Procreazione naturalmente assistita?

Il 27 Settembre 2014, a ROMA, abbiamo presentato il Convegno - INFERTILITA’ e SESSUALITA’, IL RUOLO DEGLI OPERATORI 

Per sterilità si intende la incapacità di concepire dopo 1 anno di rapporti regolari. Attualmente le cause sono attribuibili per il 26% a fattore maschile, il 44% a fattore femminile,il 30% entrambe.

I fattori che intervengono nel determinismo della sterilità sono molteplici e non sempre facilmente identificabili. L’etiopatogenesi della infertilità è legata prevalentemente a fattori morfologici, genetici, endocrini ma non vanno trascurati i fattori ambientali, psicologici e sessuologici.
Sicuramente si può riportare la riduzione della fertilità alle abitudini di vita, ai fattori nutrizionali ed ambientali compreso l’inquinamento.

Negli ultimi 20 anni il diverso ruolo assunto nella società dalla donna ha favorito in qualche modo lo sviluppo di patologie ginecologiche, così com’ è noto che il procrastinare l’età del 1° figlio dopo i 30 anni determina una ridotta performance riproduttiva.

  • Le modificate abitudini sessuali, con il conseguente diffondersi delle infiammazioni pelviche, hanno portato ad una riduzione della fecondità.
  • Il fumo, anche se il suo reale meccanismo non è ancora completamente chiaro, contribuisce a ridurre la fertilità. Esiste, infatti, una relazione negativa tra la concentrazione della cotinina (catabolita della nicotina) nel liquido follicolare e la produzione di E2.
  • Nelle fumatrici che si sottopongono a cicli di fecondazione assistita si ritrova una ridotta riserva  ovarica ed un più alto numero di follicoli atresici. 
  • I farmaci antinfiammatori di largo impiego sono ritenuti tra i responsabili della Luteinized Unruptured Follicle Syndrome.
  • Le abitudini alimentari volontarie (diete) e non (animali e vegetali allevati e coltivati in modo non corretto), contribuiscono a modificare le risposte in campo riproduttivo.
  • E’ noto fin dal 1972 che mangiare carne contaminata di DES (diethylstilbestrolo) può causare pubertà precoce sia nei ragazzi che nelle ragazze.
  • Il possibile ruolo dell’esposizione ai metalli sul meccanismo riproduttivo è stato studiato tra i lavoratori esposti a varie sostanze, quali, per esempio, il piombo ed il mercurio. E’ importante determinare il periodo di esposizione in relazione agli effetti che essi possono produrre.
  • Fortemente controverso è ancora il pericolo sulla riproduzione determinato dall’esposizione ai campi elettromagnetici.
  • Notevole importanza rivestono i comportamenti sessuali ed i disturbi della sessualità che richiedono una indagine molto accurata ed interventi mirati. 

Concludendo si può affermare che, nonostante sia ancora difficile riuscire ad identificare tutti i fattori che incidono sulla funzione riproduttiva, è tuttavia chiaro che un approccio multidisciplinare sia quello più appropriato nello studio e nella soluzione dell’infertilità.
 
L’obiettivo del Congresso, in base alle considerazioni su esposte, è stato quello di valutare diagnosticamente e quindi intervenire terapeuticamente con un approccio integrato che vede coinvolto non solo il ginecologo e l’andrologo ma anche altre figure professionali che, con le proprie specifiche competenze, tratteranno a vasto raggio  la problematica introducendo linee comuni ed aggiornate di approccio alla sterilità di coppia nell’umano.

Come Intervenire Quindi terapeuticamente con un approccio integrato?

Un approccio integrato  vedrà dunque coinvolto  il ginecologo, l’andrologo e altre figure professionali che, con le proprie specifiche competenze, tratteranno a vasto raggio  la problematica introducendo linee comuni ed aggiornate di approccio alla sterilità di coppia nell’umano.

 

STUDI

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Fertility Literacy for Men in Primary Care Settings

Association of Sleep Disturbances With Reduced Semen Quality: A Cross-sectional Study Among 953 Healthy Young Danish Men

Mobile phones negatively affect male fertility, new study suggests 

Modifiable and non-modifiable risk factors for poor semen quality: a case-referent study

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