La Didala è una distinta signora di 90 anni, con quattro nipoti che la curano e la portano in giro. Nelle scuole, alle cerimonie, dove vuole andare lei, insomma.
La Didala aveva un amore tanti anni fa, si chiamava Ciro ma tutti lo chiamavano Chittò.
Si erano sposati giovanissimi, come usava allora. E lei ventenne aveva un bambino di pochi giorni quando...

(e qui continuo con le sue parole)

"....Fu il Maresciallo dei Carabinieri di Viareggio ad avvertirmi. Mi disse "Andate via, non so cosa potrà succedere se vengono a cercare il Chittò e non lo trovano". Era già capitato ad altre famiglie di partigiani della zona. Allora misi il bimbetto di 7 giorni nella carrozzina come se andassi a fare una passeggiata e, piano piano, da Viareggio presi la via di Montramito. Andai ai Venti, sopra Corsanico, dove c'era una baita. Poi da lì andai in montagna. Si viveva sotto i castagni, quasi sempre all'aperto a volte in qualche baita. Il bimbo riuscii a farlo portare a mia sorella che viveva di là dal fronte (La linea Gotica). Ho una foto tutti e tre insieme. E' l'ultima volta che Chittò ha visto suo figlio, aveva quasi un anno. Poi me l'hanno ucciso, aveva 24 anni".
Alla domanda del giornalista che le chiede se il sangue versato dal marito è servito a qualcosa risponde: " Non lo so. Me lo chiedo tante volte e sopratutto lo chiedo a lui. Quando leggo come oggi che a Roma alcuni studenti hanno contestato un partigiano che era andato a parlare in una scuola, gli chiedo:" Ne è valsa la pena di morire, di non vedere crescere tuo figlio,di non potergli insegnare a camminare, ad andare in bicicletta? Non è un momento felice, vedo i fascisti che rialzano la testa. Non so se è colpa nostra, ma noi abbiamo fatto solo quello che sapevamo fare".
La Didala ha continuato a fare la staffetta partigiana nelle Brigate Garibaldi fino alla Liberazione poi si è tirata su da sola il figlio suo e di Chittò. Non si è mai più risposata.
Da anziana ha iniziato a girare dovunque la invitassero per continuare a parlare di cosa è stato il fascismo e di cosa è stata la guerra e la resistenza.
Quando parla del perchè il marito andò con i partigiani (era il figlio di un famoso avvocato ) dice che in parte fu il buon insegnamento scolastico del Liceo che fece nascere in loro questa idea e poi che a loro mancava il fiato, mancava la libertà...
Come ogni anno la Didala ha presenziato alla cerimonia ufficiale in Prefettura e poi a Sant'Anna di Stazzema, mandando un messaggio a tutte le iniziative alle quali non ha potuto essere presente.
Ogni anno è un miracolo che si ripete: la Didala c'è.
Didala Ghilarducci, partigiana per amore
 

Articolo di Altamarea

 

Purtroppo ieri, 26 aprile, Didala ci ha lasciati.  Più soli... nostro dovere è raccogliere la staffetta della memoria e tramandarla ai nostri figli.

http://www.lagazzettadiviareggio.it/cronaca/2012/04/addio-didala-la-citta-in-lutto-piange-la-partigiana-per-amore/

Amore e libertà: il racconto struggente di una partigiana che ha perso il marito pochi giorni dopo la strage nazista del 12 agosto 1944
http://newslavoroesalute.blogspot.it/search?q=didala

 

Ritratto di Redazione

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