Parlare di psicomotricità agli insegnanti e ai genitori è sicuramente un modo per far conoscere le enormi potenzialità che si celano dietro questa disciplina.

Ancora più efficace è mettere in pratica giorno per giorno davanti ai loro occhi cosa stiamo facendo, con quale modalità stiamo proponendo determinate esperienze e perché.  

Questo è quello che succede nelle ore di formazione e negli incontri che nel tempo ho proposto alle Scuole dell'Infanzia e Primaria. 
I bambini, come gli adulti, imparano meglio facendo, ma perché?

Il movimento in contesti come la formazione delle insegnanti non sempre, almeno inizialmente, viene visto di buon occhio, perché la scuola spesso ci abitua a modalità di insegnamento in cui il compito del corpo è quello di rimanere il più possibile fermo, secondo una teoria per la quale si apprende solo ascoltando, ma l'esperienza, anche quella personale non ci insegna questo.

Quante volte ricordiamo con piacere attività particolari fatte nel contesto scuola in cui eravamo stati coinvolti totalmente nell'apprendimento?

Se pensiamo poi alle basi percettive che supportano dagli inizi del 900 il metodo Montessori, validate recentemente dalle neuroscienze che tramite la neuro imaging hanno dimostrato l'attivazione di specifiche aree del cervello, direi che molta della didattica scolastica dovrebbe essere rivista.

Ho partecipato con piacere alla conferenza tenutasi qualche settimana fa a proposito del metodo Montessori riguardo alla Psicogeometria, testo misconosciuto al grande pubblico in quanto edito negli anni di 'esilio' in Spagna dell'autrice e scarsamente compreso per gli innumerevoli errori commessi dal correttore di bozze spagnolo del tempo.

Il metodo che viene proposto nel testo contiene molti spunti che trovo attinenti con la Psicomotricità funzionale, l'esplorazione libera del materiale permette al bambino un vero e proprio lavoro spontaneo di aggiustamento e di percezione.

Tutti i materiali permettono l'autocorrezione del bambino, con benefici rispetto alla tradizionale correzione dell'errore da parte dell'insegnante.

Fondamentale quindi proporre quanto più possibile il recupero di funzioni carenti e ancor meglio, proposte di tipo psicomotorio in supporto alla didattica e alle attività della Scuola dell'Infanzia per rafforzare i prerequisiti all'apprendimento di lettura e scrittura.

Nel caso dei disturbi specifici dell'apprendimento, in particolare la disgrafia un intervento precoce e mirato può permettere di posticipare l'uso di strumenti compensativi per la scrittura.

E' vero che la Scuola ha sempre meno fondi per ciò che riguarda i Progetti ma investire su processi che creano un valore in termini di stabilità e qualità degli apprendimenti futuri può essere paragonato alla creazione di solide basi nella costruzione di una 'casa' e questo non è mai uno spreco.

Con mille impegni, ma sono disponbile a chiarire dubbi su questo ed altri argomenti! Vi aspetto nel Forum sanitario!

 

Ritratto di Silvia Campanella

Posted by Silvia Campanella